8 marzo: parliamo di Uomini
Quello che le mimose non dicono…
Questa festa e i suoi rituali, come il dono della mimosa alla collega d’ufficio o alla fidanzata perché “va fatto”, come ogni cosa nella quotidianità, sono finiti per essere banalizzati.
Pare che a ricordarsi qual è il vero ruolo della festa delle donne, ossia “le conquiste sociali, economiche e politiche, le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo”, siano praticamente quasi sempre le donne, e nemmeno tutte.
Noto però, che le donne che ricordano il vero motivo della festa, spesso lo fanno con una verve polemica nei confronti dell’altro sesso: sappiamo tutte che la strada è lunga, tortuosa, anche se forse un po’ in discesa.
MA, ho quel vizio di guardare il lato positivo delle cose, il bicchiere mezzo pieno. E come scrisse Rosa Luxemburg: ”Guarda quindi le cose da un angolo diverso e cerca il miele in ogni fiore: troverai sempre qualche motivo di sereno buonumore.”
Dunque, oggi, 8 marzo, decido di parlarti di alcuni degli uomini che hanno dato un contributo fondamentale alla mia carriera da donna imprenditrice. Perché lo faccio? Per un senso di equità: non serve solo parlare di aspetti negativi… quello lo lascio fare ad altri (non è tra i miei talenti). Io do valore al positivo, al bello, a ciò che gli uomini della o nella mia vita hanno fatto per me.
L’Uomo senza il quale non sarei qui
Avete già capito che sto parlando di “Rota Senior”, ossia del mio stupendo Papà.
Il mio papà è la persona che mi ha più di tutte, fatto scoprire la creatività e insegnato come padroneggiarla e incanalarla nei miei progetti. Da sempre talentuoso e appassionato di moda, da piccola mi invitava a prendere parte ai suoi numerosi progetti creativi. Così tra colori e stoffe, ho imparato che se è vero che tutto è già stato inventato, è altrettanto vero che la personale interpretazione di un progetto è unica e irripetibile.
Gli Uomini che mi hanno fatto intuire che ce l’avrei fatta
Forse non lo sai, ma in una vita precedente ho lavorato con grande successo in multinazionali dell’IT. Lì, ho incontrato uomini che sono stati figure chiave nel mio processo di crescita professionale:- Nicola Pansini, il mio primissimo capo perché ha saputo interpretare la mia indole e mi ha dato l’opportunità di esprimermi, dando spazio a un “cavallo pazzo”.
- Rodolfo Falcone, oggi Country Manager di Red Hat (se mi leggi, sai perché).
- Aldo Rimondo, perché mi ha scelta in Microsoft dandomi l’opportunità di un’esperienza prestigiosa ed evolutiva.
- Fabrizio Fassone, ultimo mio capo prima della svolta, perché ha tirato fuori la guerriera che c’è in me, facendo chiarezza sul mio reale Progetto dell’Anima.
L’Uomo senza il quale non sarei la Donna imprenditrice di oggi
Certamente mio marito Giampaolo.
Quando lavoravo come dipendente, guadagnavo bene, godevo di privilegi e vantaggi e bla, bla, bla… ma… qualcosa nei miei occhi suggeriva che non ero del tutto soddisfatta. Chi se ne accorse prima ancora di me? Giampaolo!
Senza la sua spinta e il suo incoraggiamento, probabilmente avrei impiegato molto più tempo a prendere la decisione di percorrere la mia strada, sulle mie gambe per essere veramente felice!
Quello che non lo è ancora, ma che diventerà un grande Uomo
È il mio Principe, mio figlio Gregorio, che muove i suoi primi passi verso l’età adulta con una solarità e attenzione agli altri, dalla quale non posso fare altro che imparare. Gregorio mi insegna ogni giorno come conservare quella parte di me ancora fanciulla, quel luogo magico in cui tutto può succedere se siamo capaci di immaginarlo.
Visto a quanti uomini devo dire grazie? E sono certa altri si aggiungeranno! Festeggio questa giornata con tutti voi, senza i quali non sarei la donna che sono oggi!